Nel mondo della sicurezza informatica, pochi nomi risuonano con tanto clamore quanto quello di Rescator. Dietro questo pseudonimo si nasconde Mikhail Shefel, un criminale informatico russo che ha orchestrato uno dei più grandi furti di dati degli ultimi decenni, rubando informazioni da oltre 100 milioni di carte di pagamento attraverso le violazioni di Target e Home Depot tra il 2013 e il 2014. La storia di Shefel, che ha recentemente cambiato il suo cognome in Lenin, offre uno sguardo intrigante e spaventoso nel mondo sotterraneo del cybercrimine.
Un identità rivelata
Shefel, a lungo rimasto nell'ombra, ha rivelato la sua identità in un'intervista, spinto dalla necessità di pubblicità per nuove iniziative economiche. Conosciuto per aver lavorato in passato come vicepresidente dei pagamenti presso ChronoPay, un'azienda russa legata a truffe online, Shefel ha ammesso di aver gestito diversi siti web che vendevano dati di carte di credito rubati. Interessante è il suo legame con Dmitri Golubov, un noto hacker ucraino considerato il vero mandante dietro le violazioni di Target e altri rivenditori. Golubov, co-fondatore del forum Carderplanet, è stato un personaggio chiave nello sviluppo di malware specializzati nel furto di dati di pagamento.
Un presente diverso
Nonostante le sue abilità tecnologiche, Shefel descrive un presente ben diverso da quello che ci si potrebbe aspettare da un hacker di tale calibro. Attualmente, sostiene di essere al verde, con poche risorse rimaste a disposizione dopo essere stato estromesso dagli affari da Golubov, che ha sostituito il team di programmazione russo di Shefel con esperti ucraini. L'intricata rete di relazioni e rivalità nel mondo del cybercrimine emerge chiaramente, mostrando come le connessioni personali e le lotte di potere possano influenzare le sorti di questi individui.
Pressione legale
Shefel è anche sotto pressione legale, con accuse pendenti in Russia per la gestione di un programma di ransomware noto come Sugar. Nonostante le leggi russe siano spesso indulgenti nei confronti degli hacker domestici, Shefel è convinto che le accuse siano state orchestrate dall'influente figlio del suo ex capo, Pyotr Vrublevsky. Questo scenario evidenzia come le dinamiche interne nel panorama del cybercrimine russo siano complesse e spesso influenzate da vendette personali e corruzione.
Alla ricerca di nuove opportunitÃ
Nel frattempo, Shefel sembra essere alla ricerca di nuove opportunità , proponendo idee imprenditoriali che spaziano dalla criptovaluta agli e-commerce. Tuttavia, le sue speranze di rinascita appaiono incerte, con un futuro che sembra essere più legato al passato turbolento e alle sfide legali che lo attendono.