Mentre il mondo dell’hacking underground si riposiziona nel campo delle minacce persistenti per via di spinte nazionaliste che soffiano su di loro a seguito degli accadimenti ucraini e ne infiammano strategie e motivazioni, altre minacce non mutano la loro presenza e aggressività.
È il caso della botnet Qakbot, il trojan bancario visto per la prima volta nel 2007 e divenuto ben presto uno dei più diffusi. Oggi, se possibile, ha aumentato la sua pericolosità, prendendo questa volta di mira thread di posta elettronica per distribuire DLL dannose con lo scopo di potenziare la botnet principale con i nuovi zombie aggiunti.
Questa volta l’attacco, analizzato dai ricercatori di Sophos, parte dal dirottamento dei messaggi di una discussione di posta elettronica grazie ad errate risposte alla stessa, messaggi dannosi che includono una breve frase e un collegamento (nella ultima campagna l’URL presentava frasi latine, considerato così un IoC della minaccia) per scaricare un file zip contenente un foglio di calcolo Excel dannoso. Il messaggio è lì per stimolare la vittima ad “abilitare il contenuto”, in quanto, è situazione comune, altrimenti le macro nel foglio di calcolo non verrebbero attivate. Ma come sappiamo, quello che non dovrebbe essere fatto verrà fatto.
Così inizia la catena delle infezioni, ed il primo payload inizia a raccogliere da subito una ampia gamma di informazioni sul profilo delle macchine infette, compreso account utente e autorizzazioni, software istallati, servizi in esecuzione e altro.
Finito il gathering, sempre il payload scarica dalle C2, per accrescere la potenza di fuoco, altri moduli malevoli (almeno tre). Questi vengono iniettati nel browser come DLL per differenti finalità: uno per il furto delle password nelle pagine del web, uno per la scansione della rete (e raccogliere informazioni sulle macchine nel perimetro), e l’ultimo per identificare i server di posta elettronica SMTP e provarne la connessione, con il conseguente invio di spam.
La struttura Qakbot è stata sempre modulare, e, sul cuore principale dedito al furto di credenziali e altre informazioni, da sempre ha acquisito tante altre funzionalità: spiare operazioni finanziarie, diffondere e installare ransomware, keylogger, funzionalità di backdoor, capacità elusive, aggiornamento automatico e gli aggiornamenti delle componenti cyptor/packer per l’offuscamento che lo hanno reso complesso nell’analisi di strumenti automatici ed esperti.
Da quello che abbiamo visto, Qakbot insomma si è evoluto, e anche parecchio.
Seguendo i consigli di Sophos raccomandiamo quindi di evitare o trattare con cautela email insolite ed impreviste, anche se sembrano risposte a thread di posta esistenti.