#Pegasus, lo #spyware sviluppato dall'azienda israeliana NSO Group, è entrato a far parte delle cronache internazionali per le sue capacità di sorveglianza avanzata e il suo impatto sulle questioni di privacy e diritti umani. Nel corso degli anni, Pegasus ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo all'abuso di potere e all'uso indiscriminato da parte di governi e autorità di tutto il mondo. Recentemente, il suo coinvolgimento nel conflitto tra Armenia e Azerbaijan ha portato all'attenzione globale un ulteriore capitolo oscuro nella storia di questo software.
#Pegasus è emerso per la prima volta nel 2016 come uno dei software di sorveglianza più sofisticati mai sviluppati. Creato dalla #NSOGroup, un'azienda israeliana specializzata nella #sicurezza informatica, Pegasus è stato progettato per consentire a governi e agenzie di #intelligence di accedere ai dispositivi mobili delle persone per raccogliere informazioni sensibili. Il suo metodo di infezione attraverso #SMS infetto e la sua capacità di prendere il controllo completo dei dispositivi lo rendono un'arma formidabile per coloro che cercano di spionare gli individui senza il loro consenso.
Nonostante la NSO Group abbia inizialmente promosso Pegasus come uno strumento per combattere il crimine e il terrorismo, è emerso che il #software è stato utilizzato in modi che sollevano gravi preoccupazioni per la #privacy e i diritti umani. Numerosi governi, compresi quelli classificati come "democrature", hanno utilizzato Pegasus per sorvegliare attivisti, giornalisti e dissidenti politici, anche in paesi in cui la libertà di espressione è già compromessa. Ciò ha innescato un acceso dibattito sulla necessità di regolamentare l'uso di tali strumenti per prevenire abusi e violazioni dei diritti umani.
La recente scoperta dell'utilizzo di Pegasus durante il conflitto tra #Armenia e #Azerbaijan ha gettato luce su un ulteriore capitolo oscuro nella storia di questo software. Durante la guerra in Nagorno-Karabakh nel 2020, il spyware è stato utilizzato per spiare giornalisti, attivisti, funzionari governativi e civili armeni. Le organizzazioni per i diritti digitali hanno condotto un'indagine che ha identificato 12 individui in Armenia il cui dispositivo Apple è stato infettato con Pegasus tra ottobre 2020 e dicembre 2022.
Nonostante le prove raccolte, non è ancora emerso chi sia responsabile dell'utilizzo di Pegasus in questa vicenda. Gli esperti suggeriscono che sia possibile che entrambi i governi abbiano interesse a sorvegliare determinate figure, dato che sia l'Armenia che l'Azerbaijan sono stati associati all'utilizzo di #spyware simili in passato. Tuttavia, la mancanza di prove concrete rende difficile stabilire una connessione diretta.
L'utilizzo di Pegasus nel conflitto Armenia-Azerbaijan ha sollevato preoccupazioni significative riguardo alle violazioni della privacy e ai potenziali abusi dei diritti umani. Questo spyware consente agli aggressori di accedere a informazioni personali sensibili, inclusi messaggi, fotografie e dati di geolocalizzazione, mettendo a rischio la sicurezza e la libertà degli individui. È essenziale che la comunità internazionale e le organizzazioni per i diritti umani prestino attenzione a tali questioni e lavorino per garantire che strumenti di sorveglianza avanzati come Pegasus non vengano utilizzati per scopi illeciti o repressivi.