Elon Musk minaccia di bandire i dispositivi Apple nelle sue aziende dopo che il colosso tecnologico di Cupertino ha annunciato l'intenzione di integrare l'intelligenza artificiale di OpenAI, ChatGPT, in tutta la sua linea di prodotti. Le parole pronunciate al riguardo dall'uomo più ricco del mondo sono state molto esplicite: “Se Apple integra OpenAI a livello di sistema operativo, i dispositivi Apple saranno banditi nelle mie aziende”. Una vera e propria dichiarazione di guerra affidata a X, il social media un tempo denominato Twitter, prima di essere acquistato da Musk, giunta dopo gli annunci di Apple sull'intelligenza artificiale.
Una violazione della sicurezza inaccettabile
L'attacco di Elon Musk è stato improntato alla massima durezza. Tanto da affermare: “Questa è una violazione della sicurezza inaccettabile.” Parole le quali non sembrano lasciare eccessivi dubbi sulle bellicose intenzioni dell'imprenditore di origini sudafricane. Occorre del resto sottolineare come il fondatore di Tesla non rappresenti il primo dirigente d'azienda a minacciare provvedimenti in tal senso. Anzi, a sorpresa la stessa Apple aveva in precedenza vietato l'utilizzo di dispositivi collegati all'intelligenza artificiale dai propri posti di lavoro. Una politica che è stata però messa in disparte dopo la decisione di sfruttare questa tecnologia al fine di migliorare il suo assistente virtuale Siri. In un secondo messaggio, Musk ha poi affrontato un altro discorso, quello relativo alla decisione di Apple di collaborare con OpenAI, invece di adoperarsi per dare vita ad un proprio modello di intelligenza artificiale generativa. Questo il contenuto del post: “È palesemente assurdo che Apple non sia abbastanza intelligente da creare la propria intelligenza artificiale, ma sia in qualche modo in grado di garantire che OpenAI protegga la tua sicurezza e privacy”. Il riferimento è, in questo caso, al fatto che, nell'annunciare la partnership con ChatGPT, Apple ha sottolineato che Siri chiederà l'autorizzazione agli utenti prima di connettersi al modello AI. Per poi aggiungere che la sua implementazione sarà protetta dalla crittografia, in modo da assicurare privacy e sicurezza. Assicurazioni su cui Musk non ha mancato di esternare il proprio scetticismo, con queste parole: “Apple non ha idea di cosa stia realmente succedendo una volta che consegnano i tuoi dati a OpenAI”.
Le preoccupazioni intorno a ChatGPT sono sempre più diffuse
Il clamore suscitato dal varo di ChatGPT ha destato grandi preoccupazioni, anche a livello istituzionale. A partire dalla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, che l'anno scorso ha deciso di vietarne l'utilizzo ai membri dello staff, accampando motivi di privacy. Mentre Samsung ha vietato anche l'utilizzo di ChatGPT sui propri sistemi aziendali. Al contrario, Elon Musk non si era messo di traverso sulla strada dell'AI, accettandone una crescente integrazione nell'hardware e nel software di Big Tech come Google, Meta e Microsoft. Molti si sono quindi chiesti cosa lo abbia spinto, in questa occasione, a esporsi contro ChatGPT e OpenAI. La risposta che sta circolando al proposito, verte proprio sui pessimi rapporti con l'azienda di Sam Altman. Società che, peraltro, lo ha visto tra i membri fondatori, nel 2015, all'interno di un lotto comprendente anche Ilya Sutskever, Greg Brockman, Andrej Karpathy e molti altri. Nel passato mese di maggio, l'uomo più ricco del mondo non aveva peraltro esitato ad attribuirsi il merito nella creazione di OpenAI. Nel corso di un'intervista rilasciata alla CNBC aveva infatti dichiarato testualmente: “Sono stato determinante nel reclutare scienziati e ingegneri chiave, in particolare Ilya Sutskever. L'adesione di Ilya è stata il fulcro del successo di OpenAI.”Una dichiarazione arrivata dopo la decisione di intentare una causa contro OpenAI e Sam Altman, con l'accusa di un allontanamento dalle originarie radici umanitarie. Nella denuncia presentata, è infatti possibile leggere: “Questo caso è stato presentato per costringere OpenAI ad aderire all'accordo costitutivo e a ritornare alla sua missione di sviluppare l'AGI a beneficio dell'umanità, non per avvantaggiare personalmente i singoli imputati e la più grande azienda tecnologica del mondo”.
Accuse molto pesanti, che hanno naturalmente provocato la risposta di OpenAI, che non ha esitato a pubblicare le comunicazioni di posta elettronica interne, con un obiettivo ben preciso: chiarire che gli attacchi di Musk non erano motivati da nobili intenzioni, ma dalla sete di profitto. Uno scontro quindi senza esclusione di colpi.