L'intelligenza artificiale sta facendo parlare molto di sé, per ovvi motivi. Sin dal suo apparire, infatti, l'AI è stata oggetto di sguardi molto interessati da parte delle grandi aziende. Un interesse il quale, però, rischia di tramutarsi in una situazione di monopolio, rendendone ancora più problematica la gestione. Per cercare di evitare pericoli in tal senso, ora si sta muovendo anche l'Antitrust degli Stati Uniti. È stato il suo responsabile, Jonathan Kanter, a sottolineare con forza la necessità che le autorità di regolamentazione procedano ad un esame estremamente approfondito del settore. Un esame non solo approfondito, ma tale da rivestire carattere di urgenza, proprio per evitare la formazione di potenziali e pericolosi monopoli.
L'articolo del Financial Times
Il parere di Kanter è stato affidato alle colonne del Financial Times, all'interno del quale il numero uno dell'Antitrust a stelle e strisce ha affermato di essere intento ad esaminare i “colli di bottiglia” relativi ad una situazione di monopolio e il panorama competitivo che caratterizza al momento il settore dell’intelligenza artificiale. Tra i colli di bottiglia in proposito, rientrerebbero la potenza di calcolo, i dati che sono utilizzati nel preciso intento di addestrare i grandi modelli linguistici (LLM), i fornitori dei servizi cloud, i talenti ingegneristici e l’hardware necessario. Per cercare di impedire problemi per una diffusione realmente democratica dell'AI, Kanter ha peraltro deciso di fare una precisa richiesta alle entità interessate: intervenire con urgenza in modo da impedire che le Big Tech, le grandi aziende tecnologiche (ad esempio Google o Microsoft), possano infine conseguire una posizione di assoluto controllo del mercato. Considerato il modus operandi che le stesse aziende sono solite esplicitare nei settori d'interesse, si tratta di una richiesta assolutamente comprensibile. Ha poi aggiunto un timore di non poco conto. Secondo il responsabile dell'Antitrust USA, infatti, le autorità di regolamentazione dell'intelligenza artificiale si troverebbero già di fronte ad un livello preoccupante di concentrazione. Kanter sostiene che l’intervento in tempo reale sulla situazione esistente potrebbe conseguire risultati significativi, in tal senso. Non resta quindi che attendere gli sviluppi dell'esame in atto, per capire quale direzione potrebbero prendere gli sviluppi successivi della vicenda. Soprattutto alla luce del fatto che negli Stati Uniti la questione della concorrenza viene considerata con estrema attenzione.
Antitrust USA: occorre evitare il monopolio nel settore dell'AI
Kanter ha poi affrontato il tema collegato alla scarsità delle unità di elaborazione grafica (GPU), che sono utilizzate in prevalenza a fini di addestramento degli LLM nel settore dell'intelligenza artificiale. Al momento, a dominare le vendite in questo particolare comparto è Nvidia, che ha reso pubblico un rapporto al riguardo il passato 23 maggio, quello relativo al primo trimestre dell'anno in corso. Un rapporto dal quale fuoriesce un aumento a livello annuale del fatturato pari al 262%. Un documento il quale ha naturalmente avuto una forte reazione sul mercato, con il prezzo delle azioni di Nvidia ad un nuovo massimo storico, pari a 1.007 dollari. Nella sua disamina, il responsabile dell'Antitrust statunitense ha poi messo in evidenza le iniziative condotte a livello governativo tese a promuovere un incremento della produzione. Un ambito in cui ricade in particolare il Chips and Science Act del 2022, al cui interno si prevedono sovvenzioni per un valore di 39 miliardi di dollari per la produzione di chip all'interno dei confini nazionali. Non mancando però di aggiungere che le autorità di regolamentazione antitrust stanno esaminando il modo in cui i produttori di chip decidono di allocare i loro prodotti più avanzati in presenza di una domanda dilagante. In tal senso, ha sottolineato che nel caso in cui le decisioni andassero a privilegiare le conseguenze sulla concorrenza rispetto alla redditività e al valore per gli azionisti, ciò condurrebbe di fatto a un monopolio nell’AI.
La presa delle Big Tech sull'intelligenza artificiale si sta rafforzando
Dal rilascio di ChatGPT da parte di OpenAI, il quale risale al novembre del 2022, le grandi aziende tecnologiche hanno dato vita ad una vera e propria competizione, tesa ad assicurarsi partnership multimiliardarie con alcune delle più promettenti aziende di AI e, in particolare, con quelle che stanno costruendo modelli e applicazioni basati su tale tecnologia. Tra quelle che si sono distinte in tal senso Microsoft, che ha effettuato ingenti investimenti in OpenAI, assicurandosi i diritti sulla sua proprietà intellettuale e sui suoi profitti. Mentre Amazon ha risposto varando accordi con la rivale Anthropic. Collaborazioni tali da dimostrare in maniera esauriente il grande interesse delle Big Tech per il settore e da aprire potenziali rischi per la concorrenza. Sarà quindi necessario un adeguato intervento dell'Antitrust per evitare lo stringersi dell'ennesimo monopolio, in un ambito di così grande rilievo.