Dopo diverso tempo dall’ultima sortita, torna a colpire Anonymous, il collettivo di hacker “giustizieri” balzato in passato agli onori delle cronache per il suo modus operandi “filosofeggiante” e anticonformista. Per chi non lo sapesse, gli Anonymous nascono nei prodromi degli anni 2010 con lo scopo di smascherare le “malefatte” dei governi e delle multinazionali a loro dire colpevoli di traviare la società; i loro toni e i loro costumi si rifanno all’universo narrativo della graphic novel di Alan Moore illustrata da David Lloyd “V per Vendetta” (si pensi alla maschera che spesso è stata associata alla loro azione di hacking), diventata nota al grande pubblico grazie a un film blockbuster di successo risalente a qualche anno fa (2005). Le loro iniziative, secondo la loro peculiare filosofia, sarebbero (pur restando nei fatti delle violazioni criminose tout-court) volte a sbugiardare i potenti per le loro malefatte.
Va letto in questa chiave anche l’attacco odierno ai server di ICE – Agenzia (Istituto per il Commercio Estero), un importantissimo ente controllato dallo Stato italiano che, assieme alle sue “sorelle” SACE e SIMEST, si occupa di aiutare le imprese italiane – piccole, medie o grandi che siano – ad aumentare la loro capacità di esportare prodotti “Made in Italy” all’estero. Un’azione senz’altro positiva se si pensa allo scopo precipuo dell’ente, ma gli Anonymous sembrano pensarla diversamente. Stando al loro comunicato, riportato di seguito e apparso nella rivendicazione dell’attacco annunciata via Twitter,, «Fin da bambini, impariamo a conoscere ed essere orgogliosi del MADE IN ITALY. Con anni e anni di intenso lavoro[…] i produttori italiani sono riusciti a posizionarsi in quel del “meglio del meglio”, che si parli di abbigliamento, calzature, forni industriali o lavatrici. Ma come fa il resto del mondo a sapere di questi fantastici prodotti? Ci pensa l’ICE, ovviamente grazie al Ministero dello Sviluppo Economico ed al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. L’ICE svolge attività di informazione, assistenza, consulenza, promozione e formazione alle piccole e medie imprese italiane.
Il problema – prosegue il comunicato - non è quanto abbiamo letto finora, […] sono queste consulenze […] di cui l’ICE si occupa, e di cui dovrebbe avere anche un minimo di informazione. Soprattutto sulla sicurezza dei dati che le imprese mettono nelle loro mani. […] Ogni giorno sentiamo i nostri politici parlare di quante cose belle faranno per le imprese italiane, ed al posto che migliorare, vediamo fallire grandi aziende come se fossero i negozietti dietro l’angolo (che purtroppo non reggono la pressione fiscale, e finiscono per fallire anch’essi), o anche aziende che, sempre “grazie” alla pressione fiscale, non riescono nemmeno a partire, vedendosi costretti a pagare tasse su tasse. Tutto questo porta alla perdita massiva di lavoro per centinaia di migliaia di persone, che grazie a quelle aziende, potrebbero mantenere un tetto sopra la testa della propria famiglia. Ma tutti sappiamo che il rischio di ritrovarsi travolti dai debiti, e tasse, è eccessivamente alto!»
Di questo nefasto scenario, Anonymous dà la colpa alla classe politica italiana. Prosegue il comunicato: «Nel 2019, mentre altri paesi riescono a VIVERE, noi in Italia, fatichiamo a SOPRAVVIVERE. Questo, i nostri politicanti, in tutti questi anni, ancora non l’hanno capito, o ancor peggio, lo ignorano! Loro stanno bene, prendendo anche decine di migliaia di euro durante la sola PENSIONE. […] A loro piace solamente prendere in giro il popolo con PROMESSE, mai mantenute! Come pensano di prendersi cura di un intero PAESE, quando non riescono nemmeno a prendersi cura dei propri servizi digitali e dei dati degli utenti!?».
Nella dichiarazione di intenti, il collettivo di hacker si fa portavoce non solo dei suoi ideali, ma tramite questo attacco vuole ergersi a paladino di una Nazione intera: «Non è solo Anonymous Italia, è il POPOLO ITALIANO che grida VERGOGNA più forte che mai. Ora vi lasciamo, con la speranza che le cose possano presto migliorare, e non solo e sempre per voi POLITICI, ma anche per noi, POPOLO!»
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Non poteva che concludersi con la classica firma/slogan la rivendicazione, rigorosamente tradotto parola per parola dall’originale inglese:
“Noi siamo Anonymous.
Noi siamo legione.
Noi non perdoniamo.
Noi non dimentichiamo.
Aspettateci!”
Cosa aspettarci dunque come prossima mossa, oltre all’ovvio rafforzamento dei protocolli di sicurezza informatica da parte di ICE? Se l’obiettivo di Anonymous sono gli enti pubblici o controllati dallo Stato, i prossimi bersagli potrebbero essere gli altri pilastri dell’internazionalizzazione del “Made in Italy”: SACE e SIMEST sono dunque avvisate.
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