La fase di tensione tra Stati Uniti e Russia ha fatto un'altra vittima illustre. Si tratta di Kaspersky, una delle maggiori società di cybersicurezza a livello globale. Il governo di Washington, infatti, ha annunciato l'intenzione di bandire i suoi prodotti lungo il territorio nazionale. Una decisione non proprio inattesa, ma tale da provocare l'immediata protesta dell'azienda russa.
Cosa sta accadendo ?
Il governo degli Stati Uniti ha deciso di bandire i prodotti di Kaspersky dal proprio territorio nazionale. La comunicazione è stata data dalla Segretaria al Commercio Gina Raimondo, nel corso di una conferenza stampa. Questo l'annuncio dato: “Al termine di un'approfondita indagine, vieteremo a Kaspersky Lab e alle sue società affiliate di fornire software per la cybersicurezza e antivirus negli Stati Uniti.”
La motivazione è da ravvisare nel fatto che la Russia sfrutterebbe i prodotti di aziende commerciali per raccogliere e sfruttare i dati personali dei cittadini statunitensi. Il provvedimento sarà esecutivo dal prossimo 20 luglio. Mentre saranno bloccati da settembre gli aggiornamenti per i software già commercializzati.
L'indagine del Bureau of Industry and Security (BIS)
L'indagine alla base del provvedimento è stata condotta dal Bureau of Industry and Security (BIS) e ha ravvisato le seguenti problematiche:
• la soggezione di Kaspersky alle leggi russe e la necessità di dover rispondere a richieste di informazioni da parte del governo di Mosca, con la possibile compromissione di dati sensibili;
• la possibilità che il software di Kaspersky abbia accesso amministrativo ai dati dei clienti, con conseguente trasferimento in Russia e utilizzazione per scopi malevoli;
• la capacità di Kaspersky di installare software dannoso o negare aggiornamenti critici, lasciando in tal modo vulnerabili i sistemi statunitensi;
• l'integrazione dei software dell'azienda con prodotti di terze parti, tale da aumentare il rischio che possa essere introdotto codice dannoso nei sistemi ritenuti critici.
La protesta di Kaspersky non si è fatta attendere
Dal canto suo, l'azienda russa non ha fatto attendere la risposta al bando statunitense, anche se non si tratta del primo atto in tal senso di Washington. Già nel corso del 2017, infatti, il Dipartimento della Sicurezza Nazionale aveva pubblicato una direttiva chiedendo la rimozione dei prodotti Kaspersky alle agenzie federali. Mentre un anno dopo il National Defense Authorization Act aveva vietato il loro utilizzo da parte del governo federale. Nel 2022, infine, era stata la Federal Communications Commission a includere l'azienda nella lista delle attrezzature e dei servizi che rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale. Nella sua risposta, Kaspersky afferma che tale decisione non influenza la sua capacità di vendere e promuovere offerte collegate alla sicurezza informatica negli Stati Uniti. Per poi aggiungere come essa risponda a logiche di geopolitica, senza tenere conto di altri fattori, a partire dalla collaborazione spesso offerta per respingere insidie alla sicurezza nazionale statunitense e a quella dei suoi alleati. Per poi concludere affermando che una decisione di questo genere rappresenta un aiuto di fatto alla criminalità informatica, in quanto la cooperazione internazionale tra gli esperti del settore è fondamentale nell'opera di contrasto alle minacce condotte dalla stessa.