Un'operazione orchestrata dall'Interpol, cui hanno preso parte le forze di polizia di 61 Paesi di ogni parte del globo, ha permesso di smantellare una vera e propria rete dedita alle truffe online. L'operazione, denominata First Light 2024, è culminata nell'arresto di 3.950 sospetti e nell'identificazione di altri 14.643. Un successo di grande significato nella lotta di contrasto alla cybercriminalità sempre in agguato.
Un'operazione di vasta portata
L'operazione First Light 2024 si è rivelata un reale successo per l'Interpol e le 61 diverse agenzie nazionali che vi hanno preso parte. Le autorità, infatti, sono riuscite a congelare ben 6745 conti bancari e a sequestrare beni per un valore di 257 milioni di dollari. Provvedimenti i quali sono andati ad interrompere in maniera estremamente significativa le reti transnazionali della criminalità organizzata dedite ad oeprazioni come il phishing, le frodi sugli investimenti, i falsi siti di shopping online, i furti d'identità e le truffe romantiche.
Nel corso dell'operazione, le forze di polizia hanno intercettato circa 135 milioni di dollari in valuta fiat e 2 milioni in criptovaluta. A questi sequestri, vanno poi aggiunti quelli relativi a circa 120 milioni di dollari in vari beni, tra cui gioielli, automobili di lusso, immobili e altro ancora.
Le operazioni hanno avuto risultati particolarmente significativi in alcune parti del globo, a partire da Hong Kong e Brasile. Nel primo caso sono stati arrestati molti sospetti, mentre nel gigante sudamericano la polizia federale ha potuto procedere al sequestro di articoli di lusso, tra cui gioielli ed dispositivi di elettronica. Mentre in Namibia, le autorità hanno smantellato una sofisticata rete internazionale di truffe con epicentro nella capitale Windhoek, sequestrando 163 computer e 350 telefoni cellulari.
Il comunicato dell'Interpol
A margine dell'operazione, l'Interpol ha pubblicato un post, in cui è stato rivelato il ruolo centrale svolto nell'ambito dell'operazione dalla sede centrale del Segretariato generale dell'agenzia. Proprio ad esso, infatti, è stata affidata la funzione di analizzare i dati provenienti dai dispositivi sequestrati e di fornire il necessario supporto alle attività delle polizie locali in paesi come la Namibia.
L'operazione ha inoltre potuto fare leva sull'utilizzazione del meccanismo Global Rapid Intervention of Payments (I-GRIP) dell'Interpol, che ha consentito di rintracciare e intercettare i proventi illeciti, ponendo le basi per il recupero di somme ingenti in diversi casi.
A commentare l'operazione è stato il dottor Isaac Kehinde Oginni, direttore del Centro anticorruzione e criminalità finanziaria dell'Interpol (IFCACC), il quale ha voluto mettere in risalto non solo la sua portata finanziaria, ma anche la vittoria riportata nell'eterna lotta contro il crimine, in questo caso informatico. Queste le sue parole, al riguardo: "I risultati di questa operazione di polizia globale sono più di semplici numeri: rappresentano vite protette, crimini prevenuti e un'economia globale più sana in tutto il mondo.”
Stando a quanto riferito, le operazioni First Light rappresentano ormai uno strumento tradizionale per l'Interpol. Il loro inizio risale al 2014 e si prefiggono l'obiettivo di un deciso rafforzamento della cooperazione internazionale nella lotta all’ingegneria sociale e alle frodi nel settore delle telecomunicazioni.
L'ultima operazione, in particolare, è stata finanziata dal Ministero della Pubblica Sicurezza cinese, il quale ha ospitato l'incontro conclusivo a Tianjin. La riunione ha dato modo ai Paesi partecipanti di analizzare i risultati, condividere le informazioni e pianificare le operazioni per l'immediato futuro.