Gli Stati Uniti hanno recentemente svelato accuse penali contro tre cittadini iraniani, Masoud Jalili, Seyyed Ali Aghamiri e Yasar Balaghi, per la loro presunta partecipazione a interferenze elettorali e crimini informatici. Questi individui sarebbero impiegati presso il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) e accusati di aver preso di mira funzionari attuali e passati per rubare dati sensibili. Secondo il Dipartimento di Giustizia (DoJ), i tre avrebbero cospirato con altri attori noti e ignoti per minare il processo elettorale negli Stati Uniti.
Le accuse includono l'hacking di account appartenenti a funzionari statunitensi, membri dei media, organizzazioni non governative e individui associati a campagne politiche. Nessuno dei tre operativi, membri della Forza di Resistenza Basij, è stato arrestato. Il DoJ ha dichiarato che questa attività faceva parte degli sforzi continui dell'Iran per alimentare discordia, erodere la fiducia nel processo elettorale statunitense e acquisire illegalmente informazioni che potrebbero essere utilizzate per promuovere le attività dannose dell'IRGC, compresi gli sforzi per vendicare la morte del comandante Qasem Soleimani.
Le azioni dei tre iraniani comprendevano l'accesso a documenti non pubblici delle campagne elettorali e email, intorno a maggio 2024. Il mese successivo, i cospiratori hanno condiviso il materiale rubato con pubblicazioni mediatiche e individui associati ad altre campagne presidenziali. Queste operazioni di hack-and-leak sono state descritte come un assalto diretto all'integrità dei processi democratici degli Stati Uniti. Gli attori del governo iraniano sono stati accusati di utilizzare mezzi informatici per danneggiare gli interessi statunitensi.
Jalili, Aghamiri e Balaghi sono stati anche accusati di aver condotto una vasta campagna di hacking a partire da gennaio 2020, utilizzando tecniche di spear-phishing e ingegneria sociale per infiltrarsi nei computer delle vittime e nei loro account online. Questo includeva l'uso di false identità per ingannare gli utenti e farli cliccare su link dannosi e pagine di accesso contraffatte per raccogliere credenziali. Alcuni di questi tentativi sono stati coronati dal successo.
I tre iraniani affrontano 18 capi d'accusa, tra cui cospirazione per commettere furto d'identità, furto d'identità aggravato, frode con dispositivo di accesso, accesso non autorizzato a computer per ottenere informazioni da un computer protetto, accesso non autorizzato a computer per frodare e ottenere un bene di valore, e frode telematica. In coordinamento con l'accusa, il Dipartimento di Stato ha offerto una ricompensa fino a 10 milioni di dollari per informazioni su Jalili, Aghamiri, e Balaghi, o altre persone ed entità associate all'interferenza dell'IRGC nelle elezioni statunitensi.
L'Office of Foreign Asset Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha imposto sanzioni contro sette individui per le loro attività informatiche dannose, tra cui spear-phishing e operazioni di hack-and-leak. Il governo degli Stati Uniti aveva già sanzionato sei altri dipendenti della stessa azienda nel novembre 2021 per i loro tentativi di interferire nelle elezioni presidenziali del 2020.